Mi chiamo Vincenzo Di Stazio, sono uno psicologo e psicoterapeuta.

Cosa mi ha spinto ad intraprendere questa professione? 

Ingredienti principali: passione e amore. Ho sempre voluto svolgere solo e soltanto questo lavoro, per questo parlerei di vocazione. La mente umana mi affascina e aiutare le persone in difficoltà è il motore che mi sospinge; per me non esiste nulla di più gratificante.

Per me il rapporto con il paziente rappresenta sempre uno scambio vicendevole. Ricevo e dò. Questa è la magia del mio lavoro, imparo sempre tantissimo da chiunque, ogni relazione è unica e la strada per trovare la cura stimola la mia vena creativa; è essenziale, poiché non esistono procedure standard per la guarigione. Scaturisce dall’alchimia che si crea dalla relazione tra paziente e terapeuta.

Può succedere a chiunque (me compreso), nell’arco della vita, di attraversare un momento di difficoltà.

Qualsiasi fattore che condiziona anche una sola delle aree fondamentali della nostra vita, lavoro, relazioni, serenità personale, è sempre degna della massima attenzione.

Le difficoltà, infatti, sono soggettive: quello che fa male a me, può non essere rilevante per qualcun altro.

Non dobbiamo cadere nel tranello della banalità e sottovalutazione di ciò che non ci fa stare bene, in quanto siamo, per natura, esseri unici e irripetibili.

Per questo è necessaria l’azione di un professionista in grado anzitutto di individuare la natura del problema e quindi di tracciare la strategia migliore possibile per la guarigione. Ogni intervento non può seguire delle procedure standard, infatti la cura è sempre e soltanto un percorso personalizzato, un abito cucito su misura.